Libri Acquaviva

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poesia, romanzi, racconti, filosofia

venerdì 16 gennaio 2015

BAUDELAIRE I Fiori del Male poesie ACQUAVIVA

L'ALBATROS.
Sovente, per divertirsi, i marinai catturano
degli albatros, grandi uccelli marini che seguono,
indolenti compagni di viaggio, 
il bastimento che scivola
sugli abissi amari.
Appena deposti sulla tolda, ecco questi re dell'azzurro,
inetti e vergognosi, lasciar miseramente penzolare
ai loro fianchi, come remi, le grandi ali bianche.
Com'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato! Lui,
già tanto bello, com'è comico e brutto! L'uno gli provoca
il becco con la pipa, l'altro imita, zoppicando,
l'infermo che volava!
Il Poeta è simile al principe delle nuvole,
che vive fra le tempeste e si ride dell'arciere;
esiliato sulla terra fra grida di scherno,
le ali di gigante gl'impediscono di camminare
BAUDELAIRE


20 acquarelli a colori
on www.books.google.com

sabato 10 gennaio 2015

RIMBAUD Una stagione all'inferno ACQUAVIVA

L'IMPOSSIBILE
Ah! Quella vita della mia infanzia, la via maestra in ogni tempo, sobrio in maniera sovrannaturale, più disinteressato del migliore dei mendicanti, fiero di non avere né paese, né amici, che sciocchezza erano. - E me ne accorgo soltanto!
Ho ragione di disprezzare quei brav'uomini che non perdono occasione di una carezza, parassiti della pulizia e della salute delle nostre donne, oggi che loro sono così poco d'accordo con noi.
Ho ragione di tutti i miei sdegni: per questo io me ne evado!
Io me ne evado!
Mi spiego.
Ieri ancora sospiravo: "Cielo! Ma ne siamo proprio assai di dannati quaggiù! Io ne ho passato già del tempo in loro compagnia! Li conosco tutti. Ci riconosciamo sempre, ci disgustiamo l'uno con l'altro. La carità ci è sconosciuta. Ma siamo cortesi, le nostre relazioni con il mondo sono corrette". C'è da stupirsene? Il mondo! I mercanti, gli ingenui! - Noi non siamo disonorati. - Ma gli eletti, come ci riceverebbero? Ora c'è gente arcigna e gaia, falsi eletti, se per accostarli ci occorrono audacia e umiltà. Sono i soli eletti. Ma non sono benedicenti!
Essendomi ritrovato due soldi di ragione, - passa presto - mi accorgo che il mio malessere proviene dal non essermi figurato abbastanza in tempo che siamo in Occidente. Le paludi occidentali! Non che io creda alla luce alterata, alla forma estenuata, al movimento turbato... Bene! ecco che il mio spirito vuole a ogni costo caricarsi di tutti i crudeli sviluppi che subì lo spirito dalla fine dell'Oriente in poi... Ne ha voglia, il mio spirito!
... I miei due soldi di ragione sono finiti - Lo spirito è autorità, vuole che io sia in Occidente. Bisognerebbe farlo tacere per concludere come volevo.
... ... ...
ARTHUR RIMBAUD

Dino Campana CANTI ORFICI poesie ACQUAVIVA

La giornata di un nevrastenico (Bologna)
La vecchia città dotta e sacerdotale era avvolta di nebbie nel pomeriggio di dicembre. I colli
trasparivano più lontani sulla pianura percossa di strepiti. Sulla linea ferroviaria si scorgeva vicino,
in uno scorcio falso di luce plumbea lo scalo delle merci. Lungo la linea di circonvallazione passavano
pomposamente sfumate figure femminili, avvolte in pellicce, i cappelli copiosamente romantici,
avvicinandosi a piccole scosse automatiche, rialzando la gorgiera carnosa come volatili di bassa
corte. Dei colpi sordi, dei fischi dallo scalo accentuavano la monotonia diffusa nell'aria. Il vapore
delle macchine si confondeva colla nebbia: i fili si appendevano e si riappendevano ai grappoli di
campanelle dei pali telegrafici che si susseguivano automaticamente. 
DINO CAMPANA